Psicologia

La strage del furioso: il fenomeno dei “mass murderer”

Con il termine ‘mass murderer‘ (in italiano ‘omicidio di massa‘), si fa riferimento a un particolare tipo di delitto in cui l’autore, in uno stesso spazio temporale e fisico, tenta o riesce a uccidere tre o più persone a lui del tutto sconosciute. Questo fenomeno è considerato attualmente una delle più gravi patologie sociali, presente soprattutto nelle società industrializzate, raggiungendo il suo culmine negli Stati Uniti.

Omicidi multipli

Questo tipo di crimine è denominato anche ‘la strage del furioso’ poiché si rifà ad un guerriero gigante nordico (870-1030 d.c.) che in preda a raptus aggressivo, distruggeva un’intera comunità vichinga (Macdonald, 1961 – Palermo G., 1997).

Fino agli anni ’80, per definire l’omicidio di più persone, si parlava indistintamente di assassinio multiplo. Successivamente l’FBI, per comprendere meglio il fenomeno, diede vita ad una nuova classificazione che comprende le seguenti tipologie:

  • Assassini di massa (mass murderer): assassinio di quattro o più persone all’interno dello stesso luogo e dello stesso episodio;
  • Assassini di massa familiari ( family mass-murder) l’atto omicidiario si estende all’ambito familiare;
  • Assassini compulsivi (spree killer) commette omicidio di due o più persone in un lasso di tempo molto breve, in luoghi differenti però contigui, in modo che gli omicidi confluiscano in un unico evento.

Per convenzione in questa classificazione appena descritta, sono state escluse tutte le stragi di tipo terroristico, mafioso e di guerra poiché sono azioni dettate da motivi estrinseci, rivendicazione contro l’autorità ed è stato quindi inserito nella sotto-categoria dell’authority killing.

È importante evidenziare un’ulteriore distinzione in merito ai mass murderer e ai serial killer. Questi ultimi, secondo la classificazione dell’FBI, uccidono tre o più vittime in luoghi diversi e in un periodo di intervallo temporale altrettanto diverso. Inoltre la vittima può essere casuale o nota e l’atto omicidiario del serial killer provoca in lui gratificazione e per questo motivo il desiderio di continuare ad uccidere richiede la reiterazione. Quindi i serial killer non rientrano nella classificazione sopracitata.

Profilo psicologico di un omicida di massa

Molti sono gli studi in merito a tale fenomeno, il criminologo statunitense Palermo e lo psichiatra e criminologo dell’università “La Sapienza” di Roma Mastronardi, si sono interessati in particolar modo allo studio di questo tipo di omicidio.

Sembrerebbe che sia la struttura della società, in particolare quella statunitense, la causa primaria di questi eventi: nella gente risiede una forte insoddisfazione nei rapporti interpersonali.

Per quanto concerne i dati demografici, l’omicida di massa è in genere un tipo solitario, con una istruzione elevata, un maschio bianco tra 27 e 50 anni, età in cui, in un Paese altamente industrializzato, l’uomo si identifica con il proprio ruolo lavorativo e le continue frustrazioni a cui potrebbe essere sottoposto fanno sì che si convinca che il mondo sia ostile. A tutto ciò potrebbero aggiungersi problemi e fallimenti personali.

Alla base di questa tipologia di assassino c’è sempre una fortissima depressione accompagnata da marcato narcisismo con desideri di celebrità. Chi commette un omicidio di massa, ha molte più probabilità di soffrire di una malattia mentale, in particolare di un tipo di psicosi (schizofrenia paranoide oppure psicosi allucinatoria di tipo uditivo con deliri di grandezza o di persecuzione, distorte idee religiose, comportamento sospettoso, ostile e aggressivo).

Tuttavia sembrerebbe che non sia la malattia mentale la causa di un questo tipo di omicidi . Alcuni studi hanno constatato che l’abuso di sostanze e di alcool possono essere dei veri predittori. Nella maggior parte dei casi l’omicida al termine della strage si toglie la vita. In questo modo egli riesce finalmente ad affermare la sua vera autonomia decisionale: solo lui può essere l’unico giudice di sé stesso, negando all’autorità ogni possibilità di giudizio.

I mass murderer in Italia

In Italia a dominare sono i family mass murderer, ne sono un esempio le stragi di Doretta Graneris, Elia Del Grande o Erika e Omar, omicidi di massa dove l’assassino decide di sterminare la famiglia per i motivi più disparati.

Il criminologo Angelo Zappalà ha voluto porre l’attenzione su questo fenomeno e descritto tre tipologie di omicidio di massa:

  • altruistico, sono coloro che uccidono, generalmente i propri familiari, per porre fine alla presunta o reale sofferenza di questi
  • liberatorio, in questo gruppo troviamo i soggetti che hanno come obiettivo principale l’uccisione delle persone che sono vissute come ostacoli alla propria visione del raggiungimento dell’autonomia, di realizzazione e di indipendenza.
  • vendicativo, sono coloro che uccidono per vendicarsi di un reale o immaginario torto subito e che coinvolgono nella propria furia omicida anche altre vittime che possono essere occasionali.

Conclusioni

Ci si ammala per una incapacità di vivere una vita difficile o è la vita ad essere divenuta insopportabile per un certo tipo di personalità? Se anche nel resto del mondo la libera vendita di armi fosse ammessa, gli Stati Uniti forse non perderebbero il loro drammatico primato in fatto di omicidi di massa, in particolare dello “school shooting”, ragazzi che fanno irruzione negli edifici scolastici armati provocando dei veri e propri stermini.

Questo fenomeno, secondo il Prof. Zappalà, potrebbe aumentare anche in Italia: i ritmi di vita, il lavoro, la precarietà rendono l’orizzonte del futuro dai confini più incerti.


Fonti

 

Un pensiero su “La strage del furioso: il fenomeno dei “mass murderer”

  • Amleto del XXI° sec - Norman Bates - Patrick Bateman - Mondo Marcio - Mr. Sophistication - Mr. Trivari

    Voglio essere il primo e lo penso da tempo.
    Temo qualcuno lo farà prima di me e questo mi mette fretta e disagio.
    Se non sarò il primo che senso avrà tutto il resto?
    Quale scopo avrebbe la vita mia?
    Vivere o non vivere? Questo è il dilemma vero.
    – Amleto del XXI° secolo.

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