Profiling

Wanna Marchi: analisi clinica della regina delle televendite

Wanna Marchi la può distruggere solo Dio, ma il buon Dio non vuole perché la gente ne ha bisogno.” (W.M.)


Wanna Marchi è conosciuta attualmente come un famoso personaggio televisivo che in passato ha ottenuto il sontuoso appellativo di regina delle televendite perché riconosciuta come la più grande piazzista dell’era televisiva. Anche di recente è stata invitata in famosi talk show, che ad oggi rimuovono ciò che di lei però rimane nella memoria della storia giudiziaria italiana: diverse condanne per bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e associazione per delinquere finalizzata alla truffa. E come? Sfruttando la credulità popolare.

Chi è Wanna Marchi

Wanna nasce a Castel Guelfo di Bologna il 2 settembre 1942 in una famiglia di contadini. Dopo aver terminato le scuole elementari e in seguito alla perdita prematura dei genitori, già da adolescente lavora come estetista, seguendo la propria passione per la cosmesi. E’ solo ventenne quando affitta un garage per trasformarlo in un piccolo negozio di prodotti cosmetici di sua produzione, che promuove facendosi personalmente pubblicità presso emittenti private. Le sue capacità dialettiche e di vendita vengono subito notate: nel 1977, dopo il suo esordio in TV come ospite fisso in una trasmissione, diventa un vero e proprio personaggio pubblico.

Nei primi anni ottanta il suo volto e il suo stile divengono familiari agli occhi del vasto pubblico televisivo nazionale e la donna accresce la propria visibilità: viene conosciuta per le chiassose televendite di prodotti dimagranti, per i quali riscuote un certo successo e con cui guadagna centinaia di milioni di lire, riuscendoli a piazzare nonostante il prezzo non proprio economico. Si mostra aggressiva, irosa, sfacciata, usa frasi ad effetto e talvolta anche insulti; la sua gestualità e la sua mimica sono marcate, la sua immagine è portata con teatralità, è appariscente e accompagnata da un tono di voce alto e stridulo. La sua popolarità aumenta e viene invitata in diverse trasmissioni televisive, intervistata e richiesta come personaggio in sceneggiati italiani.

Le truffe

Nel 1990, però, sopraggiungono difficoltà finanziarie e la donna viene arrestata per concorso in bancarotta. Deve quindi ripartire da zero con le televendite, ed è in questo periodo che si apre all’esoterico e al truffaldino fondando nel 1996, insieme alla figlia Stefania Nobile e al sedicente mago Mario Pacheco Do Nascimento, la società “Ascié Srl” che si occupa, accanto al commercio dei consueti prodotti, della vendita di “numeri fortunati” personalizzati del lotto: è così che il cliente viene agganciato. Una combinazione numerica può costare dalle cento- alle trecentomila lire, ognuna viene inviata presso il domicilio, accompagnata da una bustina di sale che deve essere sciolta in un bicchiere d’acqua. La seconda fase del piano prevede che, in caso di perdita e di lamentela del cliente, si imputi la sua sfortuna ad una negatività intrinseca alla persona, prova per cui il sale non si sarebbe sciolto (e non, naturalmente, per un semplice fenomeno chimico di saturazione). Rispetto a ciò si comunica al cliente anche che, dopo un consulto con il mago, vi sia stata la conferma di influssi maligni e malocchio. Il cliente più suscettibile si vede quindi costretto a sborsare anche milioni di lire per “guarire”: da qui la vendita di costosissimi talismani, amuleti e kit scacciamalocchio. In molti casi è la società stessa a ricontattare i clienti per estorcere loro denaro mediante minacce.

132 persone sporgono formale denuncia contro la società, 63 sono i miliardi lucrati; le due donne, smascherate da una nota trasmissione televisiva, vengono arrestate, mentre l’uomo fugge in Brasile. Considerando complessivamente le varie condanne nei diversi gradi di giudizio, Wanna Marchi viene condannata definitivamente a una pena di 9 anni e 6 mesi, convertita nel 2011 in semilibertà.

Profilo Psicologico

Wanna Marchi ha creato un personaggio televisivo dal grande carisma; il suo essere sicura di sé, determinata, orientata agli obiettivi ha agganciato il pubblico dai primi anni di comparse televisive. La familiarità del volto quotidianamente mostrato dalla tv, vissuto dallo spettatore da anni nella sicurezza della propria casa, le ha consentito di mettere in atto le truffe descritte, in sinergia con le caratteristiche convincenti, a tratti aggressive, della sua dialettica, ai danni di personalità fragili. Dalle interviste video rispetto ai fatti, la donna si mostra senza difetti, abile nel troncare discorsi scomodi, certa della forza della sua immagine, per nulla empatizzante con le vittime, rispetto alle quali esclude le dinamiche emotive di raggiro con espressioni del tipo “nessuno gli puntava una pistola”, spostando la colpa altrove (tant’è vero che, al termine delle vicende giudiziarie, ritorna in TV con un programma sfrontatamente intitolato “tremate, tremate le streghe son tornate“).

Ritroviamo in lei tratti di una personalità di stampo narcisistico con idee di grandiosità autoriferita, che ricerca costantemente ammirazione e manca di empatia. Sono evidenti l’atteggiamento dominante e il senso di superiorità ed arroganza rispetto all’altro, che pone come difesa da eventuali attacchi al valore del proprio sé; nega inoltre la responsabilità delle proprie azioni e tende a sfruttare l’altro. Con riferimento alle vicende giudiziarie, si potrebbero individuare nella donna anche tratti caratteristici di una personalità di tipo antisociale: la già citata mancanza di empatia, di vergogna o senso di colpa, la visione dell’altro come individuo debole meritevole di sfruttamento o vessato perché vulnerabile, lo sfruttamento di situazioni di crisi per ottenere un tornaconto personale, un temperamento disinibito, l’intolleranza verso le norme sociali.


Fonti

  • wikipedia.it
  • biografieonline.it
  • Leosini, “Storie Maledette”: io sono Wanna Marchi
  • DSM V
  • www.istitutobeck.com
mm

Valentina Zandonà

Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi della Lombardia con N°17430. Ha maturato esperienza nell’ambito della diagnosi di demenze, nella valutazione e riabilitazione neuropsicologica di pazienti con grave cerebrolesione acquisita e ad oggi lavora in ambito clinico con pazienti psichiatrici in età adulta, con doppia diagnosi e autori di reato.

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