Profiling

Mary Bell, la serial killer bambina

Mary Flora Bell è una nota serial killer, che ha compiuto i suoi delitti da bambina. È questo ciò che la rende diversa da tanti altri assassini che, invece, hanno compiuto uccisioni nel corso della propria vita, o meglio in età adulta.

Nata nel maggio 1957, adesso Mery Bell ha poco più di 60 anni. Da tempo non si sente più parlare di lei, mentre la cronaca ha avuto il suo bel da fare diversi anni fa, quando la ragazzina ha compiuto i suoi omicidi. Conosciamo meglio la piccola britannica che ha terrorizzato il mondo intero.

Mary Bell, la sua storia

Nata a Newcastle Upon Tyne nel maggio 1957, Mary è figlia di una prostituta, che l’ha partorita ad appena 17 anni. Si narra che spesso, la madre andasse a Glasgow per lavorare, lasciando la piccolina a qualche parente, oppure a degli sconosciuti. Il padre è sconosciuto, anche se un certo Billy Bell ha dato il cognome alla piccola, pur non essendo di fatto il padre naturale. Billy era un criminale: finì per essere arrestato per rapina a mano armata.

La piccola Mary sapeva bene quale fosse il mestiere di sua madre: già all’età di quattro anni, la stessa Mary testimonierà come la donna permettesse che i suoi clienti abusassero di lei. I parenti affermavano che più volte la madre abbia tentato di uccidere la figlia. Si può ben capire come l’infanzia della piccola Mary Bell sia stata particolarmente dura e tormentata: ha vissuto, inoltre, in povertà ed è stata vittima di abusi sessuali.

I delitti di Mary Bell

È nel maggio del 1968 che l’appena undicenne Mary compirà il suo primo delitto. Non era, comunque, la prima volta che la bambina aveva provato ad uccidere. Pochi giorni prima del suo primo delitto, colpì un bambino di tre anni alla testa. Ha provato, poi, a strangolare delle bambine e fu denunciata alla polizia, ma il caso fu subito archiviato come una “bambinata”.

Pochi giorni dopo, la ragazzina vede Martin Brown giocare da solo. Deciderà di portarlo in una casa abbandonata e lo strangolerà. Dopo pochi giorni, assieme ad un’amichetta, creerà il panico in un asilo, compiendo atti vandalici. La polizia pensò a un’ingestione di farmaci da parte del piccolo Martin, ma è stata la stessa Mary a rivendicare l’omicidio, pronunciando testuali parole:

Lo so che è morto. Volevo vederlo nella bara.

Dopo appena pochi mesi, nel luglio 1968, la ragazzina uccide un bambino di nome Brian. Andrà ad incidere la lettera M sul ventre del bambino, gli procurerà dei tagli su gambe e braccia, ne strapperà i capelli e gli mutilerà parzialmente il pene. Conseguentemente a ciò, Mary fu ritenuta psicopatica e condannata.

Profilo psicologico

Da ciò che abbiamo appena detto, possiamo facilmente capire come Mary Bell fosse un soggetto psicopatico. Il fatto di aver subito abusi sessuali da bambina e aver avuto un’infanzia molto tormentata ha senza dubbio influito su ciò che ha fatto. Si può facilmente capire come abbia avuto una mamma molto assente, che svolgeva un lavoro particolare.

Le manca la figura paterna, che trova in Billy ma che, a sua volta, è un soggetto criminale che verrà arrestato. La sua giovane vita è, quindi, resa molto dura anche dall’assenza dei suoi genitori.

Dovrà cercare di costruirsi un’identità da sola, ma il tutto sfocerà nell’incomprensione, nella rabbia, nel desiderio di uccisione incontrollato. Si può ben capire che Mary fosse un soggetto non molto stabile dal punto di vista mentale, alla ricerca di un’identità e di una sicurezza che non è mai riuscita a trovare nel nido familiare.

Mary Bell nella cronaca e nell’immaginario comune

La ragazzina fu imprigionata e fu scarcerata nel 1980. Lo stato le garantì l’anonimato, che le permise di iniziare una nuova vita assieme a sua figlia, nata nel 1984. Si sa che per un periodo ha vissuto con la piccolina nel South Norwood.

La figlia, almeno inizialmente, non sapeva niente del macabro passato della madre. L’anonimato della figlia fu protetto fino a che non compì l’età di 18 anni. Nel 2003, Mary Bell ha vinto un’importante battaglia legale: l’anonimato, per lei e per la figlia, è stato esteso per tutta la vita. Oggi sappiamo che Mary Bell è felicemente nonna.

La cronaca e l’opinione pubblica non presero certo bene la notizia della protezione da parte dello Stato dell’anonimato della criminale e di sua figlia. Nel Regno Unito, infatti, ogni ordine per la protezione dell’anonimato a vita viene definito con l’appellativo di Mary Bell Order. È chiaro come, al tempo, la notizia di una ragazzina appena undicenne diventata serial killer abbia terrorizzato non poco l’opinione pubblica, specialmente quella britannica.

[In copertina, Mary Bell via cvltnation.com]
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Miolì Chiung

Mi chiamo Miolì Chiung e sono una psicoterapeuta esperta in psicologia giuridica e criminologia. Da sempre, per lavoro e per passione, sono affascinata dalla psicologia criminale e dall’analisi della mente umana. Mi occupo di minori e famiglia e,da questo particolare osservatorio, amo analizzare le sfumature familiari di alcuni crimini.

2 pensieri riguardo “Mary Bell, la serial killer bambina

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  • Alida Galasso

    Il patrimonio genetico è la base sulla quale si costruisce una personalità molto legata a fattori ambientali sociali psicologici e culturali in senso lato.L’educazione famigliare in senso lato e quella delegata alle istituzioni sono molto importanti e interconnesse.Se vogliamo adulti sani dobbiamo curare la felicità dei bambini….

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