Cronaca

Alessandro Impagnatiello: analisi della personalità

Il caso di Alessandro Impagnatiello, il 30enne attualmente detenuto con l’accusa di aver ucciso Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, ha sconvolto la comunità e messo in luce una complessa rete di menzogne, manipolazioni e oscure intenzioni. Nonostante il suo avvocato lo descriva come un uomo “distrutto” e “sotto choc,” i dettagli emergenti dalle testimonianze degli amici e delle donne coinvolte dipingono un ritratto ben diverso: quello di un individuo narcisista e manipolatore.

Il doppio gioco di Alessandro Impagnatiello

Il barman dell’Armani Bamboo, situato nel cuore del centro milanese, è stato descritto dagli amici come uno “sbruffone” che si vantava di frequentare persone importanti. Tuttavia, dietro questa facciata di sicurezza si celava un individuo abile nel manipolare e mentire. Nonostante la sua immagine di “bravo ragazzo” tra gli amici, i fatti delittuosi che lo coinvolgono evidenziano un lato oscuro, in netto contrasto con l’immagine che aveva saputo proiettare.

Il contesto familiare

Nonostante la famiglia di Impagnatiello si mostri incredula e sconvolta, sembra che il giovane abbia fatto della manipolazione e della bugia uno stile di vita. Con tre donne coinvolte nella sua vita – Giulia, l’amante, e l’ex compagna con cui aveva un figlio di 6 anni – emerge una storia intricata di tradimenti e menzogne. La madre del bambino, nella sua drammatica telefonata, rivela una totale mancanza di fiducia nei confronti di Impagnatiello, svelando il suo passato di inganni.

La collusione delle donne ingannate

Le donne coinvolte, Giulia e l’amante inglese, hanno scoperto indipendentemente le bugie di Impagnatiello. La richiesta dell’ex compagna di poter vedere il figlio in un momento così critico svela la mancanza di fiducia nei confronti dell’assassino. L’amante, dopo un incontro chiarificatore con Giulia, ha avuto la forza di respingere Impagnatiello, mettendo in luce il suo modus operandi basato su menzogne e manipolazioni.

Il lato oscuro della storia

La storia prende una piega ancora più oscura quando emerge che Impagnatiello aveva pianificato un falso test del DNA per negare la paternità del bambino che Giulia portava in grembo. Questo particolare dettaglio evidenzia la freddezza e la premeditazione dietro l’omicidio, gettando un’ombra sinistra sulla vera natura di Alessandro Impagnatiello.

Il caso di Alessandro Impagnatiello è una triste testimonianza di come l’apparenza possa ingannare e di come dietro un volto angelico possa nascondersi un individuo pericoloso. Le manipolazioni, le bugie e l’efferratezza dell’omicidio sottolineano la necessità di esaminare attentamente le relazioni e di prestare attenzione ai segnali che possono indicare la presenza di un pericolo inaspettato.

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Miolì Chiung

Mi chiamo Miolì Chiung e sono una psicoterapeuta esperta in psicologia giuridica e criminologia. Da sempre, per lavoro e per passione, sono affascinata dalla psicologia criminale e dall’analisi della mente umana. Mi occupo di minori e famiglia e,da questo particolare osservatorio, amo analizzare le sfumature familiari di alcuni crimini.

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