Cronaca

Chico Forti (parte 1) – le origini del caso

Storia della vita di Enrico Forti, l’italiano detenuto in un carcere di Miami da 20 anni.


Da ormai qualche mese, l’opinione pubblica ed il lavoro pressante dei media, ha portato prepotentemente alla ribalta il caso di Enrico Forti, un italiano che da 20 anni grida la propria innocenza, poiché detenuto in un carcere di massima sicurezza a Miami.

Ma chi è Enrico Forti e quando inizia la sua travagliata storia?

Prima di addentrarci in quello che per molti è considerato un palese errore giudiziario (tanto che nel corso di questi 20 anni diverse sono state le interrogazioni parlamentari a sostegno della vicenda), e di scoprire come andarono le cose, ripercorreremo, in questo primo articolo, la vita di Chico, la sua passione per il windsurf prima e il video-making poi, e la sua famiglia.

La vita di Chico Forti

Enrico Forti, per gli amici Chico, nasce a Trento l’8 febbraio del 1959, città in cui ha stabilmente vissuto fino al conseguimento della maturità scientifica nel 1978, prima di trasferirsi a Verona per frequentare L’Istituto Superiore di Educazione Fisica. Ragazzo sportivo e con un fisico atletico, Enrico si specializza nel windsurf, ottenendo molti successi anche a livello internazionale. Sarà grazie a Karl Heinz Stickl, ex campione, che nel 1979 Chico inizierà ad approcciare questa disciplina sulle rive del Lago di Garda. Nel 1984, insieme a Robby Naish, diventa addirittura tra i primi al mondo ad eseguire il salto mortale all’indietro con la tavola da windsurf, il c.d. looping, e sempre nello stesso periodo si diletta moltissimo anche con il base jumping.

Ma Forti ha anche altre passioni: è infatti un esperto sciatore, scalando anche il Monte Bondone di Trento. Nel 1985 è stato il primo italiano a competere nella coppa del mondo di windsurf e nel 1987 si laurea Atleta dell’Anno, eletto dal Club Albatross di Bergamo, vincendo altresì nel 1990 il Campionato italiano di vela, classe catamarano DART. Quella di Enrico Forti è dunque una carriera ricca di soddisfazioni, sempre “sulla cresta dell’onda”, che gli permetterà di superare sé stesso e gli altri e di vivere sfidando i propri limiti.

La vincita a Telemike

Ma lo snodo fondamentale nella sua vita avviene dopo la vincita di una importante somma di denaro in uno degli show televisivi più in voga in quegli anni. Nel 1990 Chico partecipa infatti al famoso quiz Telemike, condotto da Mike Bongiorno, in cui ogni concorrente è chiamato a rispondere ad una serie di domande sull’argomento di propria competenza. Enrico sceglierà proprio la storia del windsurf, vincendo la puntata. Sarà grazie alla vittoria del quiz che, nel 1992, Forti lascerà l’Italia trasferendosi a Miami in cerca di fortuna. In Florida conoscerà anche la sua futura moglie, la modella Heather Crane, dalla quale avrà tre figli: Savannah Sky, Jenna Blu e Francesco Luce.

La famiglia vive in un esclusivo appartamento di Williams Island, a nord della città. La vita di Chico sembra sorridergli sotto tutti i punti di vista, ma è solo l’inizio di quella che a breve sarebbe diventato per l’ex campione di Trento, un vero incubo.

L’attività di video-maker e l’assassinio di Gianni Versace

Nel 1987 un incidente in automobile metterà fine alla sua carriera agonistica di windsurfing. Chico non si abbatte. L’incidente gli darà infatti l’occasione per iniziare una nuova “carriera”: quella di produttore di filmati di sport estremi (windsurf, surf, skateboarding, scii nautico a piedi nudi, ecc…), iniziando inoltre a collaborare anche nell’ideazione e nello sviluppo di materiali per queste discipline. Scrive articoli su numerose riviste specializzate negli sport velici, promuove il World Festival on the Beach di Mondello e diventa anche ospite di numerosi programmi sportivi. Nel 1990 creerà anche una propria casa di produzione che manderà in onda sul canale TV SuperChannel, il programma Hang Loose, sulla scorta del quale nasceranno poi i famosi Extreme Games.

Ma a detta di molti, il vero prologo di quella che sarà poi la terribile vicenda giudiziaria di Chico Forti, inizierà ufficialmente il 15 luglio del 1997, quando, nella centralissima Ocean Drive, sotto gli occhi di moltissimi testimoni, Gianni Versace, famosissimo stilista italiano, venne freddato con due colpi di pistola alla testa. Fin da subito si sospetterà che il killer postesse essere Andrew Cunanan, 27 anni gigolò omosessuale che negli ultimi mesi aveva dato sfogo alla sua devianza, uccidendo in pochissimo tempo altre 4 persone. Proprio accanto al suo furgoncino, verranno ritrovati i vestiti che, secondo i testimoni, erano indossati al momento dell’agguato a Versace.

Il sorriso della Medusa

Il 24 luglio 1997, il custode di una casa galleggiante avvertirà la polizia che, all’interno dell’house boat, potesse trovarsi proprio Cunanan. FBI, vigili del fuoco e guardia nazionale, circonderanno la piccola abitazione, e dopo aver intimato diverse volte al killer di uscire, faranno irruzione, trovando il corpo di Cunanan senza vita, riverso sul letto di una camera da letto al primo piano con una pistola fra le mani.

La polizia non ha dubbi: si tratta di suicidio. Ma per Enrico Forti questa vicenda non è chiara. Chico si interessa infatti al caso dell’assassino di Versace progettando anche un documentario a riguardo, dal titolo Il sorriso della Medusa. Tramite Thomas Knott, un tedesco suo vicino di casa, riuscirà infatti ad entrare in contatto con il proprietario dell’house boat, Rieneck Thorsten, acquisendone i diritti di utilizzo dell’abitazione nell’ambito delle inchieste giornalistiche, ed accordandosi successivamente anche con Rai 3 ed una TV francese per la messa in onda del documentario. Forti infatti, ripercorrendo le tappe della vicenda, e grazie anche ad un referto medico fornitogli dal detective Gary Schiaffo, con cui concluse un accordo economico per avere tutto il materiale possibile, ipotizzerà addirittura che il vero assassino di Versace potesse non essere affatto Andrew Cunanan ma che anzi, alcuni poliziotti corrotti di Miami Beach abbiano in realtà volutamente coperto i veri responsabili del delitto.

Fine prima parte

Il documentario su Gianni Versace ed il suo assassino, per i sostenitori di Chico Forti, sarà proprio il motivo delle sue disavventure giudiziarie che lo condanneranno all’ergastolo.

Ma in che modo la vita di Chico e quella di Versace sono collegate? E come mai ancora oggi Chico Forti sta scontando un ergastolo senza possibilità di sconto, in un carcere della Florida?

Tutto ciò verrà affrontato nella seconda parte del lavoro.

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Pasquale Castronuovo

Criminologo e sociologo forense esperto in criminogenesi e criminal profiling. La sua preparazione, oltre che dalla passione nel lavoro svolto, è attestata dal sostenimento dei diversi corsi di alta formazione inerenti la psicodiagnostica infantile e la prevenzione del crimine. Tra i casi giunti all’attenzione della cronaca giudiziaria, trattati direttamente tramite visione degli atti originali, vi sono la strage di Erba ed il caso di Chico Forti.

Un pensiero su “Chico Forti (parte 1) – le origini del caso

  • Verita vera

    A Miami non conoscerà la futura moglie… ma la seconda moglie.
    Chico era sposato con una ragazza italiana, ma dopo avere fatto fortuna ha deciso di mollarla per una modella americana… che poi quando lui è finito al gabbio si è rifatta una vita 🖐 🖐

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