Nella mente del terrorista: malati mentali o persone comuni?
Quando parliamo di terrorismo intendiamo azioni molto diverse tra loro, tutte però con lo stesso comune denominatore: generare paura.
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Terroristi: classificazione
Con il nostro studio abbiamo redatto una classificazione delle azioni terroristiche derivanti dalle loro motivazioni o ideologie, in tal senso abbiamo distinto:
- Terroristi solitari: solitamente tali soggetti sono molto difficili da individuare perché non sono affiliati a nessun gruppo e inoltre sono quelli che presentano, in percentuale molto elevata, disturbi psicologici già precedentemente manifestati e riconosciuti.
- Gruppi estremisti politici: questa tipologia racchiude tutti coloro che vorrebbero promuovere vari livelli di gerarchia sociale, come per esempio il disordine urbano o il razzismo. In questi casi abbiamo riscontrato che di fondo e per qualsiasi tipo di ideologia, di fondo ci sia una profonda ignoranza. Ultimamente l’opinione pubblica ha confuso i gesti di solitari con patologie psicologiche, attribuendoli ad ideologie politiche dietro le quali essi stessi si sono nascosti.
- Estremisti religiosi: questo tipo di terroristi è spesso legato a gruppi religiosi che frequentano luoghi di culto accessibili a tutti, a differenza di ciò che si può pensare, tali soggetti spesso appartengono a famiglie di fascia media con un buon livello socio culturale. Moltissimi non presentano alcun disturbo psicologico
Per le contingenze storiche i nostri interessi si sono concentrati su quest’ultima categoria in auge da molto tempo. Con il nostro staff abbiamo analizzato le oltre 250 interviste che Nasra Hassan, ha realizzato ad altrettanti membri di Hamas e Jihadisti nella zona di Gaza e Palestina.
Estremismi religiosi
Prima di continuare vogliamo fortemente dichiarare che l’islam non centra nulla con il terrorismo e che la decisione di considerare tali dati specifici è dovuta alla preziosa mole di informazioni che ci hanno permesso di realizzare un’osservazione precisa. Esistono terroristi estremisti di moltissime religioni in ogni parte del mondo questo è evidente tanto quanto il nostro esclusivo interesse scientifico.
Analizzando le parole degli intervistati si può determinare che nessuno di loro ha manifestato sintomi della depressione o di malattia mentale, e questo anche tra coloro che poi hanno deciso di ricorrere al suicidio. Ognuno di loro ha sempre mostrato molto sangue freddo nella discussione dei dettagli degli attentati, mettendo in evidenza una grande motivazione derivante da una profonda credenza religiosa.
Non malati mentali, ma persone comuni
Così, possiamo stabilire che la psicopatologia mentale non è la spiegazione per comprendere cosa accada nella mente di un terrorista. La nostra idea si fonda sui criteri con cui i leader di tali gruppi selezionano i candidati, li valutano personalmente con molto rigore e se sospettano un minimo di instabilità mentale li escludono senza riserve.
A supporto delle nostre idee citiamo lo studio condotto dallo psichiatra Marc Sageman, professore all’Università della Pennsylvania. Egli ha analizzato 400 tra documenti statali e registrazioni di terroristi estremisti. Da questo studio è emerso che i terroristi non sono nella maniera più assoluta persone alle quali è stato lavato il cervello, o soggetti con forti disturbi mentali.
Al contrario, i dati statistici mostrano che il 90% dei terroristi proviene da famiglie affettuose e senza alcun problema e il 63% degli stessi ha un’istruzione medio-alta.
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