Profiling

Da ladro gentiluomo a spietato serial killer: il profilo psicologico di Donato Bilancia

Diciassette omicidi in sei mesi. È questo il record raggiunto da Donato Bilancia, il più feroce serial killer italiano.


Chi è Donato Bilancia

Donato Bilancia nasce a Potenza nel 1951. Suo padre lavora come impiegato, sua madre casalinga e ha un fratello di un anno e mezzo più grande di lui. Nel 1954 la famiglia si trasferisce prima ad Asti e poi a Genova. Donato comincia a mostrare i primi segni di disagio: la comparsa dell’enuresi (che durò fino alla prima adolescenza). Di questa cosa Bilancia ne soffrì tantissimi soprattutto a causa del comportamento dei suoi genitori a riguardo i quali non faranno altro che mortificarlo (il materasso bagnato viene messo in bella mostra sul davanzale, in modo tale che i vicini possano vederlo). Ma l’evento che lo segnò particolarmente fu durante le vacanze estive, nel suo paese natale. Al momento di andare a letto, il padre, dinanzi alle tre cugine, lo mortifica per il suo pene poco sviluppato.

Frequentò le scuole elementari con un discreto profitto, cosa che non accadde invece nella scuola secondari. Durante questo periodo Donato fu protagonista di una serie di irregolarità della condotta, iniziarono i suoi primi furti, che diventarono frequenti all’età di 16 anni, periodo in cui viene arrestato e rinchiuso in un istituto di rieducazione. L’incontro con altri giovani delinquenti non fece altro che indirizzarlo ancor di più verso il crimine.

Nel 1984 divenne un vero e proprio professionista del furto grazie anche ad un incontro con un esperto ladro. I numerosi colpi che mette a segno gli fruttano una ricca disponibilità economica e falsi amici prendono a frequentarlo unicamente per interesse.

Negli anni successivi è vittima di tre disgrazie: il suicidio del fratello nel 1987, un grave incidente e il fallimento del negozio che aveva comprato. Queste disgrazie lo segnarono profondamente e inizia una vita all’insegna della trasgressione: ruba, gioca ad azzardo e va a letto con prostitute.

Il mostro della Liguria

Donato Bilancia, ha sempre avuto la tendenza a ricompensare i favori ricevuti in maniera spropositata e la scoperta dell’errata valutazione delle persone che gli gravitano attorno in particolare dell’amico più fidato (Maurizio Parenti), innescherà in lui una furia omicida che lo porterà ad essere condannato all’ergastolo per l’omicidio di 17 persone commessi tra il 1997 e il 1998.

I primi omicidi che commise furono causati da truffe al tavolo da gioco. Tuttavia gli omicidi successivi vennero commessi per un movente differente: dalla ritorsione contro la figura della forza dell’ordine all’assassinio di prostitute e transessuali per poi colpire casualmente donne su tratte ferroviarie liguri. Bilancia divenne presto il Serial killer riconosciuto come Il Mostro della Liguria.

Profilo psicologico di Donato Battaglia

La personalità complessa di Donato Bilancia non permette una sua chiara analisi psicologica. Bilancia viene descritto come una persona con un’enorme svalutazione del sé, che deve essere poi compensata con gesti di generosità altrettanto enorme. Dalle conversazioni con lo psichiatra e neurologo Vittorino Andreoli emergono numerosi elementi: l’infanzia infelice, il fallimento della propria vita sociale, l’enorme malessere causato dall’avere un pene “nano”, le violenze psicologiche subite, un senso d’inferiorità nei confronti di tutti.

Da tutti questi elementi, emergono gli aspetti più significativi della sua personalità: ha una personalità masochista, in quanto non ha fiducia in se stesso e l’uccidere per lui si traduce in un continuo uccidersi. Accanto a questo senso d’inferiorità emerge però un senso di grandiosità, un tentativo di mostrarsi migliore, una manifestazione esterna di grandiosità che compensi il nulla interiore. Di estrema importanza nella sua vita, è il “senso dell’onore”, quella fedeltà ai propri impegni che lo spinge a grossi reati pur di non mancare alla parola data. È forse proprio per questo motivo che per Bilancia i tradimenti sono ancora più dolorosi. Un altro aspetto che emerge è “l’infantilismo emotivo”: Bilancia critica i genitori ma va a trovarli almeno una volta alla settimana e parla del maestro ladro come del padre che avrebbe voluto.

Ma una volta provata l’esperienza dell’omicidio in lui qualcosa cambia o meglio erompe: non riesce più a controllarsi, ha scoperto che la violenza è parte integrante della sua personalità e ha bisogno di venir fuori. Lo stesso Bilancia durante un’intervista sostiene:

Penso che in me convivano due personaggi, che chiamerò B1 e B2. Fino al giorno del mio primo delitto, fortunatamente, B1 è sempre riuscito a controllare, anche se parzialmente, B2, quello più trasgressivo… Nei mesi in cui ho commesso gli omicidi era B2 a dominare su B1…

In definitiva, egli è sempre in bilico tra ostentazione di grandezza esteriore e percezione negativa interiore, e quando questo fragile equilibrio si rompe del tutto, il suo lato “trasgressivo” prende definitivamente il sopravvento.

La vita di Donato Bilancia oggi

Bilancia è detenuto a vita presso il carcere Due Palazzi di Padova dove ha conseguito il diploma in ragioneria, iscrivendosi poi all’università. Il caso di Donato Bilancia ha ispirato numerosi saggi e programmi televisivi (L’Ultima Pallottola) ed è tuttora considerato tra i 10 Serial Killer più spietati del nostro Paese.

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