Chico Forti (parte 2) – l’arresto
Quali furono le vicende che portarono all’arresto Enrico Forti, l’uomo che da 20 anni grida la sua innocenza da un carcere di massima sicurezza in Florida?
Nella prima parte del lavoro sul caso Forti ci siamo concentrati sulla sua biografia, tracciando i punti chiave non solo relativamente alla prolifica carriera sportiva da surfista, ma anche riguardo l’attività di video-maker iniziata negli Stati Uniti dopo un grave infortunio. Ci si è altresì occupati dell’episodio che, secondo i suoi sostenitori, più di tutti condannò e cambiò per sempre la sua vita: il documentario sull’assassinio di Gianni Versace, Il Sorriso della Medusa. Un film che solleverà molti dubbi sulla reale morte dell’assassino di Versace, Andrew Cunanan, gettando ombre sull’operato della stessa polizia di Miami, rea di aver ucciso l’uomo dopo una serrata caccia, e di averne trasportato il cadavere solo successivamente nella casa galleggiante, luogo in cui, secondo la versione ufficiale, verrà rivenuto suicida.
La presenza di quelle che sembravano numerose aporie portarono infatti il Forti ad interessarsi della questione e, anche grazie anche all’amicizia con Thomas Knott, un tedesco suo vicino di casa a Miami, riuscì a girare il suo documentario dopo aver acquisito i diritti della house boat.
Ma è davvero questo il motivo che metterà la parola fine alla vita di Chico, condannandolo all’ergastolo LWOP? La polizia ha davvero orchestrato un complotto contro il Forti dopo quel documentario, o c’è qualcos’altro che non torna, qualcosa affrontato male e superficialmente dai quanti sostengono con forza l’innocenza dell’uomo?
Prima di addentarci nella parte consistente del lavoro occorre ricordare che affrontare il caso Forti, ovvero trattare la colpevolezza o l’innocenza di un qualsiasi soggetto condannato con un sistema penale differente dal nostro, comporta necessariamente anche la conoscenza delle caratteristiche possedute da tal sistema, sgomberando il campo da assurdi paragoni tra ordinamenti nostrani e politiche penali estere. Nella fattispecie, parlando di sistema penale statunitense, concetti imprescindibili come Felony Murder, Miranda Warnings e Habeaus Corpus, non devono in alcun modo essere ignorati, al fine di una chiara e limpida valutazione.
Indice degli argomenti
Il Pike’s Hotel
Oltre alla sua grande passione per i documentari Enrico Forti era anche un affermato imprenditore. Possedeva infatti diversi appartamenti a Miami Beach, viveva una vita agiata ed era un uomo molto conosciuto. Ma l’occasione della sua vita arrivò quando l’amico Knott gli presentò Tony Pike, proprietario del Pike’s Hotel di Ibiza, locale molto in voga nel jetset negli anni ’90, frequentato da moltissime celebrità tra cui gli Wham! che lì gireranno il video della loro canzone Club Tropicana. A causa delle sue condizioni ormai non più fiorenti, nel 1997 si prospettò infatti la possibilità di acquisire l’hotel proprio su proposta dello stesso proprietario Anthony che, conoscendo le disponibilità economiche del Forti, e la sua propensione all’imprenditoria immobiliare, gli propose di acquisire la struttura per ridarle nuovo vigore.
L’assassinio di Dale Pike
Pochi giorni prima della chiusura della compravendita, verso metà febbraio, a Miami arrivò Dale Pike, quarantaduenne figlio di Tony, con cui lo stesso Forti aveva un appuntamento.
Della vita di Dale non si sa molto. Il ragazzo chiuse ogni tipo di rapporto con il padre e venne cacciato dall’amministrazione dell’hotel dopo esser stato scoperto a rubare dalle casse. Preferì dunque trasferirsi per qualche anno in Malesia, prima di ritornare ad Ibiza nel gennaio del 1998 e scoprire con suo stupore che l’immobile del padre era in vendita.
Verso febbraio dello stesso anno Tony e Dale programmarono un ritorno a Miami. A pagare i biglietti sarà lo stesso Chico, come anticipo della quota per l’acquisizione dell’hotel. Tuttavia, due giorni prima di partire, Pike padre rinvierà il suo viaggio di qualche giorno, raccomandando Chico di prendersi cura del figlio fino al suo arrivo. Il 15 febbraio del 1998, Dale arriverà all’aeroporto verso le 17, ma per via delle difficoltà a trovare il Forti i due si incontreranno solo verso le 18:30. Sarà proprio in quest’occasione che le vite di Chico e Dale si intrecceranno segnandosi reciprocamente.
Il 18 febbraio del 1998, giorno previsto dell’arrivo di Tony a New York, dopo averlo aspettato invano per diverse ore in aeroporto, Chico, attraverso una serie di controlli verrà a sapere dell’assassinio di Dale. L’uomo venne infatti trovato morto lunedì 16 febbraio 1998, 24 ore dopo essere atterrato, ed il giorno successivo ne fu riconosciuto il cadavere. Sul luogo del delitto, vicino al corpo esanime del giovane, freddato da due colpi di cal.22, verranno rinvenuti diversi oggetti: un biglietto aereo Madrid-Miami, una scheda telefonica la cui analisi confermerà delle chiamate al numero di Forti e un portachiavi del Pike’s Hotel.
Il 19 febbraio Chico verrà convocato al Dipartimento di Polizia come persona informata sui fatti, e proprio in quell’occasione i detective, mentendogli, gli riferiranno anche la morte di Pike padre, rinvenuto nelle stesse condizioni del figlio (nudo e con due colpi di pistola alla testa). Il panico provocato da quella bugia raccontatagli indusse Chico in un errore che gli costerà per sempre caro. L’uomo affermò infatti di non aver mai incontrato Dale giorno 15 febbraio in aeroporto, ritrattando la sua bugia solo dopo aver preso visione dei tabulati telefonici mostratigli dalla polizia. Solo a quel punto Chico dirà di aver prelevato Dale e di averlo accompagnato come da sua richiesta al Rusty Pelican, un ristorante a Key Biscayne, ove ad attenderlo vi era una macchina, una Lexus bianca, con a bordo una persona distinta e ben vestita.
Ma quella ritrattazione, avvenuta dopo un maldestro tentativo di procurarsi un alibi, non cambierà più la sua situazione. Enrico verrà infatti arrestato il 20 febbraio e processato con l’accusa di frode e circonvenzione di incapace, in relazione all’acquisto dell’hotel, e di omicidio per la morte di Dale.
Proprio questa vicenda sarà la genesi di una biforcazione che vede ancora oggi contrapposte due tesi: quella innocentista, evocata a gran voce dalla maggior parte dell’opinione pubblica e dai vip nostrani, che vuole il Forti vittima di un complotto ardito ai suoi danni dopo il famoso documentario su Versace (a dimostrazione di questo i “forzati” indizi lasciati sul luogo del delitto che lo incastravano) e quella invece colpevolista, secondo la quale Dale sarebbe stato freddato dal Forti con due colpi di pistola per impedirgli l’intromissione nell’affare portato avanti con il padre, per l’acquisizione del Pike’s Hotel. Dale si sarebbe infatti accorto di una truffa ai danni del padre in quanto Chico non avrebbe mai materialmente posseduto la somma di denaro necessaria all’acquisizione dell’immobile.
Il processo
L’accusa principale fu che Forti, accortosi del precario stato di salute di Tony Pike, avesse voluto sottrare in modo fraudolento il 100% dell’hotel; Dale, resosi conto dell’imbroglio ai danni del padre, sarebbe giunto a Miami con lo scopo di accertarsi che Chico possedesse realmente la somma pattuita per la compravendita, venendo quindi ucciso per non far saltare l’accordo.
Tra le diverse prove che inchiodarono Chico anche l’arma del delitto, una cal. 22, mai ritrovata, ma acquistata dall’uomo qualche giorno prima.
Nonostante quasi un mese di dibattimento e di diverse udienze, Chico Forti verrà condannato all’ergastolo LWOP (Life Without Parole – senza possibilità di rilascio sulla parola) il 15 giugno del 2000.
Fine seconda parte
Per i sostenitori delle teorie innocentiste tutta la vicenda è stata in realtà una grande messinscena orchestrata dalla stessa polizia di Miami, che per punire l’uomo che solo qualche tempo prima, attraverso il suo documentario Il Sorriso della Medusa, ebbe il coraggio di mettere in dubbio l’operato delle forze dell’ordine nel caso del killer di Versace, disseminò sulla scena del delitto indizi che portavano inevitabilmente alla persona del Forti. Una congiura di enormi dimensioni, a cui avrebbero partecipato oltre allo State Attorney della Miami Dade County anche i 12 giurati, il giudice Platzer, i giudici della Florida e gli stessi avvocati difensori.
Ma cosa sappiamo oggi dell’intera vicenda, del processo e delle prove che lo condannarono?
Chico Forti può davvero essere considerato colpevole dell’omicidio di Dale Pike, o in realtà è stato incastrato dalla Polizia di Miami?
Al fine di consentire allo stesso lettore un’opinione oggettiva e scevra da qualsiasi condizionamento mediale, tutte le prove e le evidenze oggettive del caso a noi oggi conosciute verranno affrontate una per una nella terza ed ultima parte del lavoro.