Quando l’amore incontra la morte: il tema del suicidio in “Romeo e Giulietta”
Il suicidio è l’atto estremo con il quale una persona volontariamente si procura la morte come risposta a situazioni di vita stressanti. Il comportamento suicidario comprende il suicidio compiuto e il tentato suicidio. È la seconda causa principale di decesso tra le persone con età compresa tra i 15 e i 29 anni.
Molto spesso il suicidio, in particolare tra gli adolescenti, può essere letto come indicatore dell’importanza del legame con il rispettivo partner. L’innamoramento, in molto casi, può essere un’esperienza ”destabilizzante”, come nel suicidio dell’opera di Shakespeare. In questo caso si parla di: “Shinjū” , un vocabolo giapponese che significa “doppio suicidio”. Nel linguaggio comune, il vocabolo è usato per indicare qualsiasi tipo di suicidio che avviene simultaneamente fra persone legate da vincoli affettivi, di solito amanti, o coniugi.
Il suicidio in “Romeo e Giulietta”
Storia d’amore e di morte più nota è certamente quella di Romeo e Giulietta ambientata in una Verona che narra l’amore impossibile, ostacolato dalle rispettive famiglie, fra due giovani che si conclude con un tragico finale: il suicidio.
L’amore tra Giulietta e Romeo è profondo ed intenso a livello emotivo da non lasciare alternative: per tale ragione, l’unica soluzione è solo nella morte. Il desiderio dei due amanti di risolvere il problema tra le due famiglie si scontra con la concreta e brutale impossibilità di raggiungere Romeo per avvertirlo che Giulietta è semplicemente addormentata dalla pozione di Frate Lorenzo che credendo Giulietta morta, si suicida. Giulietta al risveglio, visto il cadavere dell’amante, ne afferra il pugnale e si uccide a sua volta (“Oh, pugnale benedetto arrugginisci dentro di me e fammi morire”). La mancanza per la perdita del suo adorato Romeo scatena un’angoscia insostenibile. La morte chiama la morte, perché il lutto non è elaborato. A questo proposito, è stata utilizzata anche la dizione di “patto suicidario” cioè un accordo fra due persone, che decidono di uccidersi contemporaneamente ed, in genere, nello stesso luogo. La morte degli amanti di Verona, infatti, chiama in causa quelle dinamiche che si ravvisano anche nei patti suicidari, nei quali un progetto di vita basato sull’amore viene paradossalmente ad essere realizzato mediante una duplice e contestuale morte volontaria.
Conclusione
Nel gesto suicidario l’autore ricontrolla totalmente tale relazione e diviene giudice e giustiziere sia di sé, sia del partner. Di fronte alla morte volontaria, più o meno condivisa, le domande sovente sono più delle risposte e spesso gli interrogativi restano insoluti. Non a caso, è stato osservato che “non c’è un unico motivo che possa da sé… spiegare l’avvenimento suicidario, perché in fondo, rimane sempre un mistero”. L’ amore tra Romeo e Giulietta, li ha catapultati contro il mondo e, ahimè, anche contro se stessi, cosicché, i due giovani sposi muoiono, suicidandosi a vicenda, per amore…
“Ché mai vi fu una storia così piena di dolore come questa di Giulietta e del suo Romeo.”